Vasilij Kandinskij

Vasilij_KandinskyVasilij Kandinskij è stato uno dei più grandi pittori del 1900. Spesso il suo nome viene legato automaticamente all’astrattismo, corrente di cui fu fondatore e di cui fu il più grande degli esponenti. Ma la sua analisi come puro pittore astrattista è del tutto superficiale, infatti, l’astrattismo rappresenta la sintesi di una ricerca intima e personale del pittore. Infatti la sua produzione artistica ruota attorno a due necessità. La prima è quella di riuscire ad esternare il mondo interiore del pittore, la seconda è quella di riuscire a trasmettere delle emozioni all’osservatore facendo vibrare la sua anima.

Biografia:

Vladimir Kandinskij nasce a Mosca il 4 Dicembre 1866, figlio di un mercante di te. Studia legge e dopo la laurea,nel 1892, gli viene offerta la cattedra di legge a Mosca ma lui rifiuta per seguire la sua passione che ha scoperto essere la pittura. Infatti mentre era studente assiste a varie mostre impressioniste ed entra in contatto con il mondo dell’ arte che lo rapisce completamente. Per seguire questa inclinazione si trasferisce a Monaco, nel 1896, dove inizia il suo viaggio nella pittura. Qui fonda il Der Bluae Reiter (Il cavaliere azzurro) nel 1911, gruppo artistico, di pittori e non solo, che riunisce alcuni delle personalità più poliedriche principali dei primi anni del novecento. Questo movimento, con il suo manifesto, rappresenta la prima esperienza artistica del pittore. Questo gruppo però ha vita breve e si scioglie tre anni dopo nel 1914 alla vigilia della Prima Guerra Mondiale a causa della quale i suoi componenti si dispersero. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale  torna in Russia, dove partecipa attivamente al rinnovamento della vita culturale della sua nazione. Nel 1920 viene ordinato professore ordinario a Mosca. Nel 1921 torna in Germania con u permesso di sei mesi, ma in realtà non tornerà mai in Russia. In Germania entra in contatto con Walter Gropius e entrerà a far parte dei docenti della Bauhaus. Nel 1933 la Bauhaus viene chiusa da Hitler e Kandinskij si trasferisce in Francia l’anno successivo. Muore  a Parigi nel 1944.

Produzione artistica:

Jugendstil:

Le prime esperienze di Kandinskij risento dell’ esperienza del Jugendstil (il nome che ha preso Art Noveau in Germania) ha hanno un gusto decisamente decorativo. I soggetti preferiti dal pittore in questo periodo sono principalmente quelli legati alla tradizione russa, come i cavalieri che ricorrono spesso come simbologia russa medioevale.

Un’opera che può essere un esempio è quella del “Il cavaliere azzurro” (1903).

il_cavaliere_azzurro

Questo quadro rappresenta un cavaliere con il mantello azzurro su un cavallo bianco lanciato al galoppo giù per una collina. La collina è verde-dorata e occupa la parte maggiore della tela ed è racchiusa in una dolce linea curva. Gli alberi, caratterizzati dalla loro veste autunnale, delineano il pendio della collina, mentre in lontananza essi si compattano formando un’unica striscia blu scura. Il cielo azzurro è macchiato da due nuvole bianche. I colori usati sono tutti necessari per un completamento cromatico adeguato. Il titolo originario è “Il cavaliere” per questo non bisogna metterlo in relazione con la concretizzazione dell’ideologie sviluppate da Kandinskij che hanno preso corpo nel movimento “Il cavaliere azzurro” otto anni dopo. Il titolo è stato cambiato successivamente.

Altra opera molto importante di questo periodo è “La coppia a cavallo” (1906-1907)

Coppia_a_cavallo_Kandisnky

Essa è stata tratta come se fosse una decorazione secondo i principi dell’ Art Noveau, ma usa una tecnica simile a quella divisionista. I colori sono dati per accostamento di punti o di tocchi o di linguette di tinte accese e vivaci in contrasto con il fondo scuro che li fa sembrare ancora più brillante. La composizione è molto semplice, immersa in un’atmosfera magica, fiabesca tipica delle stampe popolari russe. Il primo pian è delineato da alberi che, con il loro esile fusto flesso, formano una quinta armoniosa. Le foglie sono dipinte con dei piccoli tocchi dorati. La struttura formata dagli alberi e dalle fogli servono a separare il primo piano dallo sfondo. Il primo piano è occupato da una coppia a cavallo. I due giovani sono rappresentati nei vestiti tipici russi , i due giovani si stringono in un tenero abbraccio che li rende una sola figura. Il cavallo ha un’andatura calma, solenne che ricorda un monumento equestre. Al di là degli alberi si vede un fiume composto da numerosissime tonalità di azzurro che scorre calmo, protendendosi in un’ampia curva al di là dell’orizzonte. Dietro al fiume si trova una città circondata dalle mura , con alti campanile e cupole di diversi colori, la città sembra quasi un luogo magico. Il cielo è composto da lunghi tocchi di colore che vanno dal celeste al blu, completato dal alcune nuvole rosa. Il quadro è caratterizzato da un’atmosfera d’incanto in piena armonia con l’abbraccio dei due giovani.

Un’ ultimo esempi di questo periodo può essere “La vita variopinta” (1907)

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Il quadro, probabilmente, è il frutto del ricordo di un viaggio fatto da Kandinskij nella pianura del Volgoda. Anche questo quadro è caratterizzato dalla volontà decorativa. La tecnica è sempre simile a quella divisionista con tocchi di colori accesi, molto vivi su sfondo scuro. I soggetti sono caratterizzati dagli abiti tradizionali Russi e sono ritratti in vari momenti della vita di un uomo. Il fulcro della rappresentazione è costituito da un signore anziano che si regge su un bastone, che rappresenta la sua stabilità, e dalla figura della madre che stringe il suo bambino che, a causa del abbigliamento che la contraddistingue, sembra essere una scena sacre. Sempre in primo piano ma sulla destra notiamo la figura di alcuni giovani impegnati in faccende gioiose che li rallegrano. Questo fino ad arrivar al bordo destro del dipinto dove troviamo due giovani che si baciano nascondendosi dietro ad un albero. Mentre sulla sinistra possiamo scorgere varie figure tra cui quelle di alcuni bambini e quella di un prete ortodosso. Anche la guerra entra a far parte dell’ opera. Sulla destra, infatti, nel secondo piano dell’ opera possiamo notare un’ esercito preannunciato da un cavaliere, più vicino a noi, che sembra fronteggiare un nemico inesistente. Mentre il secondo piano nella parte sinistra del quadro è occupato da una coppi di ragazzi che sembra rincorrersi allegramente. Lo sfondo è costituito da una collina sulla quale troneggia una città che ricorda quella che si può vedere in lontananza ne “La coppia a cavallo”.

Il periodo di transizione:

Dal 1908 in poi l’arte di Kandinskij passa ad una seconda tappa, ad un periodo di transizione prima di arrivare all’astrattismo. Durante questo periodo il colore inizia a ricoprire un ruolo sempre più importante staccandosi progressivamente dalla realtà della quale non vuole più essere la riproduzione fedele assumendo il compito di suscitare emozioni nell’animo dell’ osservatore che siano corrispondenti a quelle che ciò che viene ritratto ha trasmesso al pittore. Sicuramnte questa sua evoluzione è stata influenzata dalle esperienze pittoriche francesi, come quella dei Fauves, e grazie a questa esperienza si avvicina alle avanguardie artistiche. Questa ricerca sfumerà progressivamente verso l’astrattismo con cui non si può fare una distinzione temporale. Infatti, anche dopo le prime opere astrattiste Kandinskij ha realizato dei quadri che non possono essere definiti tali. A questo periodo appartengono sia il ciclo di disegni che riproducono Murneau (eseguiti a partire dal 1908) sia “Dama di Mosca” (1912) sia “Mosca I” (1916).

case case_murnau

Paesaggio estivo (1909)                                                                 Case a Murnau (1909)

trenomurnau

“Veduta con ferrovia e castello” (1909)                                                            “Murnau” (1908)

Nel 1908 Kandinskij scopre e si innamora della cittadina di Murnau, una cittadina sulla Alpi tedesche in cui farà ritorno spesso. Si lega molto a questa città e vuole trasmettere questo legame, e le emozioni che gli suscita, attraverso i colori. Infatti andando sempre più avanti nell’opera di Kandinskij i colori assumeranno sempre di più il ruolo di potenza evocatrice. In queste rappresentazioni quindi, non vogliono essere verosimili, così gli edifici diventano gialli e il loro tetti blu o rossi. Questo suo intento si può notare molto bene in “Murnau – Cortile del castello” (1908).

olio su cartone, cm 33 x 44,3 Moscow, The State Tretyakov Gallery © Wassily Kandinsky, by SIAE 2011

 “Murnau – cortile del castello” (1908)

Nella parte superiore del dipinto dominano i tre colori primari e il verde, mentre nella parte inferiore ad essi se ne aggiungono altri senza tener conto della verosimiglianza con la realtà. Il posto di rilievo all’interno del quadro è occupato dalla facciata gialla del castello, essa è incorniciata dalle chiome verdi degli alberi e dai tetti rossi delle case. Le ombre disegnano delle sagome blu, ma esse non hanno il ruolo di dare il senso della profondità, a loro spetta un compito ricoperto dal loro valore cromatico non dalla loro capacità di definire gli spazi.

Il quadro che possiamo prendere come esempio di come Kandinskij tenti di rappresentare l’interiorità del soggetto rappresentato o le emozioni da esso suscitate è la “dama di Mosca” (1912).

donna di mosca

In questo quadro Kandinskij rappresenta una donna, probabilmente la sua fidanzata, alle cui spalle si scorge la città di Mosca, attraverso le due fila di case che convergono all’orizzonte, la strada che le separa e i passanti che la animano. La dama è rappresentata con abiti riccamente e finemente decorati, con la mano destra accarezza un gatto e con la sinistra stringe un fiore che diventa il centro della composizione. Quello che rende insolito questo quadro sono le due macchie di colore alla nostra destra, quella superiore scura mentre quella inferiore è rosa. Esse non sarebbero altro che la rappresentazione dello stato d’animo della donna, l’esteriorizzazione dei suoi sentimenti. Infatti, Kandinskij rimproverava alla propria fidanzata di avere l’umore al contrario rispetto alle altre persone, secondo quello che ci viene raccontato, lei era di cattivo umore quando si svegliava, rappresentato dalla macchia superiore nera, mentre era di buon umore ed era energica la sera quando ormai bisognava andare a letto, rappresentato invece dalla macchia inferiore rosa.

Der Bluae Reiter:

L’associazione del “Der Bluae Reiter” (Il Cavaliere Azzurro) viene fondata da Kandinskij e da Marc dalla scissione interna del “Neue Kunstlervereininung” (Nuova associazione degli artisti di Monaco) , un gruppo di intellettuali nato nel 1909 e separatosi nel 1911. Ha il fulcro della critica nella condanna del materialismo della società a loro contemporanea, andando oltre le apparenze, cercando le leggi nascoste della realtà. Secondo loro, infatti, bisogna disegnare la forma originaria, ideale ed essenziale delle cose, cercando la dimensione spirituale della realtà. Il loro stile viene definito Espressionismo lirico, in contrasto con l’Espressionismo. Infatti loro riprovano agli espressionisti la violenta esteriorizzazione del disagio e delle passioni dell’ anima che deforma le immagini, a questo linguaggio espressivo contrappongono la ricerca di una dimensione spirituale di maggiore dolcezza compositiva e coloristica. L’arte ha la superiore capacità di stimolare la crescita spirituale dell’osservatore, ma allo stesso tempo, secondo Kandinskij, l’artista deve ubbidire ad una necessità interiore. Proprio questo bisogno di ubbidire ad una necessità interiore, quindi personale e intima, fa si che all’interno della corrente si sviluppino varie tendenze, sia al realismo che all’astrattismo, facendola diventare una corrente all’interno della quale convivevano la molteplicità delle forme artistiche, le cui varie anime, le varie esperienze convivevano pacificamente.

Kandinskij convive con questa libertà scegliendo la strada dell’ astrattismo. Come spiega ne “Lo spirituale dell’arte” (1911), secondo lui in tutte le arte, e in modo particolare nel suo periodo, c’è una naturale tendenza all’antinaturalismo, all’astrazione e all’interiorità. Per questo prende come esempio più alto la musica, che non viene usata per imitare i fenomeni naturali  ma per esprimere la vita psichica dell’artista, volendo creare la vita dei suoni. Infatti la musica è l’arte più immateriale di tutte ed è stata l’unica a raggiungere lo scopo di descrivere il mondo interiore dell’ artista. Questo spinge Kandinskij ad elaborare una nuova concezione della pittura. Secondo l’idea di Kandinskij la pittura doveva assomigliare il più possibile alla musica, e per fare questo il pittore doveva usare i colori come il musicista fa con i suoni, emulando la musica, cercando cioè di diventare pura espressione delle esigenze interiori dell’anima e non imitazione della natura. La pittura deve quindi essere astratta e abbandonare la mimesis.Infatti Kandinskij piano piano capisce che l’imitazione della realtà fa sempre più male alle sue opere. La prova arriva una sera quando apre la porta di casa tornando dopo aver disegnato. Appena apre la porta vede un quadro appoggiato sul cavalletto e questo gli suscita delle grandissime emozioni ma non riesce a capire cosa esso rappresenti. Si avvicina e scopre che si tratta di un suo quadro capovolto e per questo non riusciva a collegare ogni immagine ad un’ oggetto reale, proprio l’allontanamento dal reale sarebbe il modo per far vibrare l’animo dell’ osservatore, cioè il modo per raggiungere uno degli scopi principali della sua opera. Da questo intento nasce l’idea della pittura astratta, cioè della pittura tratta via dalla realtà, che prescinde dal mondo sensibile, concreto, dalla realtà conosciuta e conoscibile. Questo fa si che perda la sua valenza figurativa, dove le forme non hanno attinenza con nulla di reale, liberando le forme dalla dipendenza dall’oggetto fisico e dando così vita alla spiritualità. Il quadro deve quindi lasciar sfuggire l’oggetto, l’opera diventa bella quando è enigmatica, quando non si svela, incomprensibile, fatta da macchie di colore, quando l’osservatore riesce a distinguere gli oggetti, il quadro non gli trasmette più quelle emozioni forti. La bellezza coincide con la perfetta espressione del mondo interiore dell’ artista viene raggiunta grazie ai colori e alla forma colorata senza che ci siano connessioni con l’oggetto esistente. I colori assumerano un ruolo sempre più importante e Kandinskij studierà le emozioni che essi ci suscitano. Infatti secondo il pittore un colore può essere associato sia ad un suono che ad un’emozione. Ad esempio il giallo lo associava al suono di una tromba, l’azzurro al flauto, il verde al violino, il blu al contrabbasso e il violetto al fagotto e l’arancio alle campane tubolari. Kandinskij voleva creare un coro armonioso sulla sua tela. Allo stesso tempo per lui ogni colore era un’ emozione, il giallo era l’aspro, il rosso il dolore, il verde l’equilibrio ma per lui il colore più importante era il blu. Infatti, nello “Spirituale dell’ arte” (1911), scrive:

“La profondità la troviamo nel blu (…) la vocazione del blu alla profondità è così forte, che proprio nelle gradazioni più profonde diventa più intensa e intima. Più il blu è profondo più richiama l’idea di infinito, suscitando la nostalgia della purezza e del soprannaturale. E’ il colore del cielo (…). Se è molto scuro da un’idea di quiete. Se precipita nel nero acquisisce una nota di nostalgia struggente, affonda in una drammaticità che non ha e non avrà mai fine. Se tende ai toni più chiari (…) diventa invece indifferente e distante (…). Più è chiaro, meno è eloquente, fino a giungere ad una quiete silenzio: il bianco”

E’ a questo periodo che risale il primo acquarello astrattista (1910)

acquarello

Questo acquerello è lo studio per un dipinto che verrà realizzato solo successivamente nel 1913. Sul foglio sono disposte chiazze colorate ed alcuni segni di matita, l’elemento che unifica la composizione è il foglio bianco. Come nella musica ci sono toni ricorrenti qui sono due i colori che ritornano, il blu e l’arancio, che, come un tema musicale ricorrente, subiscono alcune variazioni.

Nello “Spirituale dell’ arte” (1910) l’artista delinea tre stadi di differenziazione nel percorso di astrazione della sua pittura. Essi sono:

  • IMPRESSIONI: Sono impressioni della natura esteriore in forma grafico-pittorica;
  • IMPROVVISAZIONI: Espressioni inconsapevoli, improvvise di eventi mentali, impressioni della natura interiore e
  • COMPOSIZIONI: Espressioni che hanno la stessa origine mentale, ma che dopo i primi abbozzi esamina e rielabora a lungo. Nonostante il lavoro di riesame esse non ubbidiscono al calcolo mentale.

Le impressioni, l improvvisazioni e le composizioni differiscono per il tempo trascorso tra la visone dell’ oggetto e la realizzazione dell’opera, e per l’intensità della partecipazione dell’artista nella scelta compositiva, traducendosi in una maggiore o minore riconoscibilità delle forme. Le impressioni sono riconoscibili mentre le composizioni no. Le composizioni sono lo scopo, la meta del pittore e della sua ricerca, esse sono le totalmente stratte, le assolutamente cromatiche, in esse c’è una pienezza di creatività e di spiritualità. Durante la sua vita Kandinskij realizzò: sei impressioni, trentasei improvvisazioni e dieci composizioni.

Incominciamo dalla base della sua ricerca quindi dalle impressioni.

impressione VI
Impressione VI

Nell’impressione VI (1911), o Domenica, i soggetti rappresentati sono ancora distinguibili. Si tratta, infatti, di un uomo e di una donna che passeggiamo  a braccetto. I contorni delle due sagome sono definiti con una linea nera, essi però non riescono a racchiudere, delimitare il colore. Infatti spesso il colore è steso prima di delimitare le figure invadendo così le sagome dei personaggi. In basso a destra in bianco è rappresentata la figura di un cane che corre mentre in alto a sinistra c’è un lago e due persone in barca e in alto a destra una figura.

Analogamente possiamo osservare “Impressione III” (1911)

Impressione III
Impressione III

Anche in questo caso il soggetto è distinguibile, infatti, vediamo rappresentato un concerto di pianoforte a cui assiste un pubblico numeroso. La posizioni centrale è occupata dalla grande sagoma nera del pianoforte attorno alla quale si sono radunati tutti gli uditori. I ripete l’impossibilità da parte dell’ autore di riuscire a rinchiudere il colore all’interno di spazi, sagome ben definite.

Il passo successivo alle impressioni sono le improvvisazioni

improvvisazione VII

Nell’opera “Improvvisazione VII (1910)” sparisce completamente la possibilità di individuare il soggetto rappresentato, trasformandosi totalmente in macchie di colore. Infatti non posiamo individuare il rapporto che esse hanno con la realtà e nemmeno rinchiuderle nelle forme geometriche canoniche. Infatti le forme continuano ad esserci ma sono irriconoscibili, sconosciute, che non possono essere messe in relazione con nulla. Per questo motivo lo stesso pittore parla di un “linguaggio segreto”. Quello che invece possiamo notare è la regola geometrica, le macchie colorate seguono una prospettiva che le distorce facendole allungare e convergere verso un punto centrale.

L’ultimo gradino della ricerca di Kandinskij è quello rappresentato dalle composizioni, sono la sua massima ispirazione ed aspirazione.

Composizione VI
Composizione VI

Un esempio è la Composizione VI (1913). Essa è stata preceduta da un dipinto che raffigurava il diluvio universale di cui essa sarebbe la trasposizione astrattista. Non c’è più nulla di riconoscibile, l’opera è libera dalla schiavitù della corrispondenza con la realtà, le forme rivelano la potenza del colore con forte rilevanza emotiva e spirituale. Sono presenti solo gruppi di tratti divergenti da punti distinti e fasci di linee curve e parallele che si allontanano dalla macchia scura all’angolo dinistro del quadro, come se esso fosse l’origine di un’esplosione che sospinge i tratti in direzioni differenti. I colori accesi si combinano tra loro mostrando la fine del mondo. Le forze naturali sono trasformate in colori puri che in un vortice di bagliori distruggono e creano allo stesso tempo. E’ la creazione che può aver luogo solo dopo la distruzione.

Sempre con tema teologico Composizione VII è la rappresentazione del giudizio universale.

Composizione VII (1913)
Composizione VII (1913)

Essa è stata preceduta da molti studi preparatori ad olio, viene considerata una delle opere più grandi per concezione di Kandinskij. E’ differente dalla composizione per i colori, infatti, la precedente è molto più cupa, quasi triste, mentre questa è più allegra, vivace, positiva a parte all’estremo alla nostra destra dove si concentrano colori più scuri, che sembrano chiudersi in loro stessi. Il fulcro della composizione è il chiarore centrale verso cui sembrano convergere, precipitare le chiazze colorate e le forme senza nome fatte di linee chiuse o intrecciate. Il chiarore è la somma di tutti i colori del mondo, dei colori che qualificano le forme che si annullano nel bianco che tutti i colori contiene.

Il contatto con le Avanguardie russe e il lavoro alla Bauhaus spinge la ricerca di Kandinskij in una nuova direzione quella dell’astrattismo geometrico, cioè spinge il colore a prendere una forma geometrica. Nel 1926 pubblica ” Punto, linea nel piano” in cui analizza le proprietà del punto e della linea nello spazio, dove il punto è l’essenzialità, l’entità da cui tutte le forme prendono origini, mentre la linea è la traslazione del punto nello spazio. Da questa ulteriore evoluzione della sua ricerca scaturiscono alcune fra le opere più famose di Kandinskij fra cui la “Composizione VIII” (1923), “Giallo, Rosso e blu” (1925) e “Alcuni cerchi” (1926).

Vassily_Kandinsky,_1923_-_Composition_8,_huile_sur_toile,_140_cm_x_201_cm,_Musée_Guggenheim,_New_York
Composizione VIII (1923)

La composizione VIII è un chiaro esempio di come la ricerca di Kandinskij si stesso orientanto al rapporto che lega le forme al colore, collegando ogni colore ad una forma che la esprimesse al meglio. Associa al giallo il triangolo, per la sua acutezza, al blu il cerchio che ne esprimeva  la profondità, il potere avvolte. Il pittore gioca su queste emozioni. Ne sono un esempio nei due cerchi in basso alla nostra destra. Infatti Uno ha il contorno giallo e l’interno blu, l’altro inverte l’abbinamento. l’interno è giallo e l’esterno è blu. Questo serviva a mostrare come ogni colore si addica una figura specifica. Un altro esempio sono i due angoli nella parte superiore del quadro. Il più grande è colorato in azzurro mentre il più piccolo in rosa. Ribadendo come il blu, in questo caso l’azzurro, sia il colore per il vasto il profondo. Questo quadro rappresenta anche lo studio della sovrapposizione delle forme e lo studio della profondità. La sovrapposizione crea vari strati che si possono identificare con varie sfumature dei colori che si vanno a sovrapporre in questo modo noi possiamo capire quale figura sta sopra dando la tridimensionalità all’opera.

Una delle opere più famose in assoluto di Kandinskij è il”Giallo Rosso e blu” (1925)

Huile sur toile (1925) de Vassily Kandinsky. Musée National d'Art Moderne, Paris, France. Donation Nina Kandinsky 1976. AM 1976-856
“Giallo rosso e blu” (1925)

Come si nota dal titolo in quest’opera l’artista riflette e studia la relazione tra i tre colori primari. Infatti il rosso, il giallo e il blu sono i colori protagonisti del dipinto attorno ai quali si sviluppano tutti gli altri colori ottenuti prevalentemente dalla loro sovrapposizione. Si può dividere la composizioni in due parti quella sinistra e quella destra, Nella parte alla nostra sinistra lo sfondo è costituito da colori più freddi come il blu, mentre le forme sono riempite da colori caldi come il giallo, e alle forme colorate si sovrappongono linee, sia rette che curve sottili. Nella parte destra tutte le caratteristiche sembrano ribaltarsi. Infatti, lo sfondo è di colori caldi, mentre le figure sono di colori freddi, come il blu e il viola, e le linee che si sovrappongono ad esse sono spesse, marcate.  Anche in questo caso è molto importante notare i giochi di colore e la sensazione di profondità che nasce dalla sovrapposizione delle figure e dall’ attenzione che ha il pittore nell’interpretare i vari colori che nascono da questa sovrapposizioni, le tonalità nuove che si vengono a creare.

Ultimo quadro del periodo astrattista che volevo analizzare è “Alcuni cerchi” (1926

Alcuni cerchi (1926)
Alcuni cerchi (1926)

E’ l’pera che esprime al massimo l’idea della geometrizzazione, infatti è ripetute un’unica forma geometrica in tutta l’opera e crea il dipinto mantenendo la forma costante e variando le dimensioni e il colori dei cerchi. Anche la forma quadrata della tela sottolinea l’attenzione alla geometria. In questo caso c’è uno sfondo scuro, profondo, all’interno del quale si muovono dei cerchi colorati, alcuni sono isolati, altri sono agglomerati, ma tutti sembrano attratti dal grande cerchi azzurro circondato da un alone bianco che occupa la parte centrale della composizione. Il loro movimento segue delle linee attrattive o forti, le diagonali, o deboli, le mediane. Anche i questo caso i colori sono molto importanti per il gioco delle sovrapposizioni, essi sono molto intensi ma vengono trattati come se fossero trasparenti, ciò permette un grande gioco dovuto ai mutamenti delle tonalità

Le ultime opere che voglio mostrare sono opere più tarde e si tratta di “Blu cielo” (1940) e “Conglomerato” (1945)

"Blu cielo" (1940)
“Blu cielo” (1940)

Lo sfondo monocromatico azzurro fa da campitura, nella quale fluttuano forme primordiali simili a quelle del quadro “Ammasso organizzato”. Ognuna di esse è un piccolo microcosmo capace di sopravvivere in perfetta solitudine perché è in se compiuto. A queste forme amebiche sono associate linee, reticoli, scacchiere concavità e convessità di colori smaglianti, sono decorazioni racchiuse entro forme non comunicanti tra loro ma che permeano il blu che le sostiene.

Anche in “Conglomerato ” (1943) il colore principale è il blu.

"Conglomerato" (1943)
“Conglomerato” (1943)

 

Questa volta però il le forme sono principalmente geometriche e non morbide e libere da schemi in “Blu cielo” . IL pittore dispone le forme in modo che il blu ritorna con varie intensità nelle varie aperture e forme che costituiscono questo disegno.

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